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Il primo amore non si scorda mai. Dopo immemore tempo, torno a parlare di SEO. Non perchè abbia interrotto questa attività, bensì per la totale assenza di notizie e aggiornamenti degni di nota. Fino al 23 Settembre scorso…
Dopo una lunga attesa, durata quasi 2 anni, è stato rilasciato la versione 4.0 di Google Penguin, che a partire da questo aggiornamento entra nel core algorithm del colosso di Mountain View. Qui il comunicato ufficiale di release.
Il 1° temuto Pinguino era arrivato nel 2012 con l’intenzione di “dare una lezione” a tutti quei siti che adottavano tecniche di link building “spinte” e scorrette, al solo scopo di manipolare i risultati di ricerca a proprio favore.
Tuttavia, l’algoritmo non era parte del core di Google ma funzionava alla stregua di un filtro esterno, che periodicamente veniva utilizzato per fare la cernita dei “buoni e cattivi”. Con quest’ultimo aggiornamento, il 4.0, vediamo cosa cambia.
In questo Articolo:
Uno dei due punti salienti dell’aggiornamento: Google Penguin 4.0 sarà real-time, ovvero entrando nel core algorithm non ci sarà più bisogno di attendere un refresh per vederne gli effetti. Questo significa che l’algoritmo opera in tempo reale e non è più soggetto a nuovi aggiornamenti.
Ora uscire da una penalizzazione dovrebbe essere più semplice e soprattutto immediato, non come in passato quando, anche per il collega Panda, era necessario aspettare mesi dopo aver sistemato la situazione o a seguito di una richiesta di riconsiderazione a Google.
L’altra modifica a Penguin riguarda le modalità con cui penalizzerà i siti. Stando alle indicazioni rilasciate da Google l’algoritmo sarà “granulare”:
“Penguin now devalues spam by adjusting ranking based on spam signals, rather than affecting ranking of the whole site.“
Benché questo termine sia decisamente poco chiaro, leggendo tra le righe si può intuire che Penguin 4.0 non influenzerà più interi siti, ma porzioni inferiori, basandosi sul tracciamento dei segnali di spam.
Quindi, in linea teorica, se il mio sito ha 10 pagine, 2 delle quali ottimizzate attraverso link di dubbia provenienza, l’algoritmo dovrebbe (il condizionale è perché sull’interpretazione della granularità non ci sono ancora state conferme o smentite ufficiali) penalizzare solo quelle due invece di colpire l’intero sito.
Da notare che Google ha affermato che:
“Ha effetti sulla granularità più fine rispetto ai siti. Non significa che ha effetti solo sulle pagine”, quindi dovremo armarci di pazienza e cercare di scoprire il campo di azione di questa “granularità”.
Non sono cambiate invece le pratiche condannate da Google: link site-wide ripetuti su sidebar e footer (senza il tag nofollow); tanti link dallo stesso network di Ip e proprietari di dominio; anchor-text forzate contenenti la parola chiave con la quale ci si vuole posizionare; link da siti spam o fuori contesto.
E’ difficile prevedere gli effetti di un simile aggiornamento. Al momento non ho rilevato grossi scossoni nei settori che seguo, ma vista la natura dell’aggiornamento, possiamo aspettarci cambiamenti graduali nelle prossime settimane e mesi.
Come riportato da Fabrizio Ventre nel gruppo Fatti di SEO, “seguendo le Serp americane c’è stata qualche scossa di media portata, quindi presumibile ci siano scosse per almeno 1-2 settimane, anche perchè man mano che alcuni siti vengono colpiti, seguiranno ripercussioni in rete (se un sito che vi linka subisce una batosta, facile che anche voi subirete qualcosa). D’ora in poi assisteremo a piccole scosse sempre più frequenti ma limitate come portata, quindi sarà più complesso intuire i cambiamenti“.
Dunque, da un lato le SERP dovrebbero essere più mutevoli, soprattutto dove si fa un massiccio utilizzo di link building aggressiva. Dall’altro per agenzie e consulenti sarà possibile recuperare più rapidamente da penalizzazioni, elemento che potrebbe indurre i più “temerari” a forzare la mano, tecnica che ti sconsiglio su tutta la linea. Recuperare sarà più veloce ma non più facile, te lo dico per esperienza!
Consulente di Web Marketing e Ecommerce, Esperto Facebook Ads e Google Ads con un passato da Giornalista Pubblicista. Public speaker e docente presso Università e Master. Autore del libro “Facebook Ads in pratica”.