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Bimestre intenso a Menlo Park. Tante le novità in casa Facebook e Instagram che, a maggio e giugno 2020, hanno lanciato diverse nuove funzionalità, con un focus marcato verso l’universo ecommerce delle piccole medie imprese.
Ma non solo rose e fiori per Mark, anzi: la campagna Stop Hate For Profits e il conseguente boicottaggio di grandi brand che hanno fermato gli investimenti pubblicitari sulla piattaforma gli sta dando più di un grattacapo.
Ma vediamo tutte le news nel dettaglio.
In questo Articolo:
La novità principale è il lancio di Facebook Shop – di cui ho già parlato nel dettaglio in questo articolo, dove trovi anche un tutorial all’utilizzo – che dà la possibilità di creare un vero e proprio ecommerce 100% mobile all’interno di tutte le piattaforme di proprietà di Mark Zuckerberg.
La funzionalità è già attiva anche in Italia per le attività che risultano idonee. Puoi verificare tu stesso l’idoneità della tua pagina a questo link https://www.facebook.com/commerce_manager/ alla voce “Gestore delle Vendite” su Business Manager.
Con poche semplici operazioni e in modo totalmente gratuito, qualsiasi venditore (anche privo di budget) può aprire il proprio negozio online, visibile e integrato sia con Facebook che Instagram, e a breve anche con WhatsApp, Messenger e Marketplace.
Una mossa indirizzata chiaramente ai negozi e piccole imprese, con cataloghi ridotti, nata per semplificare l’accesso al mondo della vendita online, in un periodo storico in cui il lockdown globale ha dato un’ulteriore spinta all’ecommerce.
Il nuovo shop potrebbe però essere interessante anche per realtà più strutturate, in ottica di diversificazione del business, soprattutto quando il checkout nativo (vedi dallo screen sopra, “Procedura di acquisto su Facebook o Instagram“, ovvero la transazione diretta su queste piattaforme social) arriverà anche nelle nostre latitudini.
A poche settimane dal lancio globale, Facebook ha introdotto uno strumento che rende molto più interessante il suo utilizzo a scopo di advertising.
Chiunque abbia già creato il proprio Shop può creare custom audience basate sulle interazioni avute dagli utenti con il suo nuovo “ecommerce” nativo su Facebook o Instagram, differenziandole anche per canale.
Clicca sull’opzione “Acquisti” dall’interfaccia di creazione dei pubblici personalizzati e scegli una delle opzioni disponibili.
– Persone che hanno visto le schede prodotto all’interno del tuo shop di Facebook o Instagram negli ultimi 365 giorni (custom audience attiva globalmente, anche in Italia)
– Persone che hanno aggiunto un prodotto nel carrello o l’hanno acquistato (custom audience attiva soltanto nei paesi come gli USA dov’è disponibile la funzione di checkout nativo)
Per il momento in Italia dobbiamo accontentarsi della 1° funzione, in attesa di quella che potrebbe essere la vera svolta per Facebook Shop, il già citato lancio del checkout nativo.
Asso pigliatutto. Il colosso blu ha lanciato una nuova funzionalità che permette di inviare mail direttamente dalle pagine Facebook e gestire i lead acquisiti nelle campagne di generazione contatti!
Strumento che funziona come un qualsiasi tool di email marketing: si carica una lista email di contatti (o si sfruttano quelli acquisiti direttamente dalle Lead Ads di Facebook), si compilano oggetto e testo in un editor semplificato e si invia. Tutto all’interno della pagina stessa.
Come funziona? Come si possono gestire i lead? Ti rimando alla guida completa che ho pubblicato in questo articolo.
Ancora shopping, ancora ecommerce, Mark non pare sazio.
Dal 9 luglio 2020 ogni account aziendale o creator approvato con almeno un prodotto idoneo potrà usare i tag di Instagram Shopping per generare traffico sul proprio sito ecommerce e incoraggiare gli utenti ad effettuare un acquisto online.
“Le aziende dovranno taggare i prodotti su Instagram da un unico sito web di loro proprietà e da cui vendono, in modo da offrire alle persone un’esperienza di acquisto coerente e affidabile.
Inoltre, verrà aggiornato il flusso di iscrizione per offrire indicazioni più chiare alle aziende e una maggiore trasparenza sulle tipologie di attività che siamo più adatti a sostenere, come i creator che desiderano far crescere la propria azienda su Instagram“.
News anche per il processo di approvazione, a cui saranno sottoposti alcuni gli account già verificati: “Quando un’azienda si iscrive a Shopping su Instagram, riceverà una notifica non appena viene approvata e diventa idonea a taggare i prodotti.
Le nuove aziende seguiranno la nostra procedura di inserimento aggiornata, mentre quelle esistenti riceveranno una notifica nell’app durante le prossime settimane con le istruzioni su come ottenere la conformità.”
Sempre su questa tema, è in fase di test per alcuni brand/influencer, la possibilità di inserire gli Shopping tag anche all’interno dei copy delle caption dei post, affiancandoli a quelli presenti nelle immagini.
Il funzionamento è identico: un tap sul tag nella descrizione e si apre l’anteprima della scheda prodotto collegata direttamente all’ecommerce.
Insomma, un altro passo in avanti nell’integrazione diretta tra questo social e il mondo ecommerce, in cui il customer journey si esaurisca completamente in questo ambiente. Prima o poi arriveranno anche i link diretti?
Notizia clamorosa: Instagram darà la possibilità di attivare campagne pubblicitarie senza il collegamento diretto a Facebook Ads. La funzione sarà accessibile soltanto alle aziende e creator che non hanno mai usato la piattaforma pubblicitaria. Una mossa a sorpresa, dopo gli enormi sforzi fatti per uniformare e collegare in tutto e per tutto le due app.
Instagram lancia globalmente il nuovo pin nei commenti. Puoi scegliere fino a 3 commenti nei tuoi post e fissarli in alto nella conversazione, semplicemente premendo sull’icona a forma di pin al loro fianco. Gli autori followers di questi commenti riceveranno una notifica nell’app e verranno così premiati per dare valore alla tua conversazione.
In questo modo puoi mettere in luce i commenti più rilevanti e positivi, aggiungendo valore alla conversazione e togliendo spazio ad eventuali feedback negativi.
Fonti da Dublino hanno lasciato trapelare questa novità: da settembre 2020 dovrebbe sparire l’opzione di bidding Costo Desiderato (qui trovi la guida completa alle strategia d’offerta di Facebook Ads).
Manca ancora però l’ufficialità.Personalmente l’ho sempre trovata in forte sovrapposizione con il Limite di Costo e ho avuto maggiori soddisfazioni con il Limite d’Offerta. Anche se può essere utile in alcuni contesti specifici, non ne sentirò la mancanza.
Dopo un lungo trial in India, il sistema di pagamenti interno alla chat più utilizzata al mondo sarebbe dovuto uscire dalla fase beta con il lancio ufficiale in Brasile.
Perchè uso il condizionale? Se nel paese asiatico Facebook è rimasto bloccato in un labirinto normativo che le ha impedito di espandere il servizio di pagamento oltre un piccolo e limitato lancio, anche in Brasile ha dovuto fare dietrofront.
Lo stop è arrivato dal governo e dalla banca centrale brasiliana che ha imposto il blocco anche ai partner Visa e Mastercard.
Il servizio è stato sospeso al fine di poter “preservare un ambiente competitivo adeguato” nel mondo dei pagamenti mobili al fine di garantire così “il funzionamento di un sistema di pagamento intercambiabile, veloce, sicuro, trasparente, aperto ed economico”. Questo stop permetterà alla banca centrale di valutare i rischi per il sistema di pagamento brasiliano e di controllare se WhatsApp Pay sia conforme a una legge del 2013 che regola i pagamenti digitali e il trattamento dei dati degli utenti.
Una brutta battuta d’arresto per Zuckerberg che continua a trovare ostacoli sulla strada del progetto Facebook Pay & co.
Inviare denaro sarebbe stato gratis per gli utenti, mentre le aziende che usano WhatsApp Business avrebbero dovuto pagare una fee del 3.99% su ogni transazione. Dunque, una nuova fonte di revenue per Menlo Park che al momento sfuma.
Dopo numerosi fallimenti e ripensamenti, Facebook rilancia (solo) negli USA la sezione News che conterrà editori e giornalisti “accreditati”, insieme ad una sezione dedicata alle notizie locali e regionali.
Non sono chiari i dettagli dell’accreditamento, ma gli editori dovranno godere di un pubblico sufficientemente ampio e rispettare determinati standard di integrità.
La tab News apparirà a tutti gli utenti statunitensi come un segnalibro (sotto il menù a tre righe) nei dispositivi mobili, e chi la visiterà frequentemente vedrà le News disponibili come scheda.
Anche la sezione delle news sarà personalizzata per ogni utente secondo criteri algoritmici.
La grande novità è rappresentata dallo stop ai commenti: i lettori potranno reagire e condividere articoli, ma non commentare, oltre che oscurare dal proprio feed, articoli, argomenti ed editori che non vogliono più vedere.
Insomma, proprio nei giorni in cui gli USA sono in subbuglio per la vicenda di George Floyd e la polemica con Trump impazza, Menlo Park ci riprova su un terreno decisamente scivoloso e insidioso.
Oltre 150 aziende – tra cui Microsoft, Coca Cola, Starbucks, Verizon, Honda, Levi Strauss – si sono infatti unite alla campagna Stop Hate For Profits, nata per contrastare il razzismo e l’odio in rete, fermando i propri investimenti pubblicitari sui principali social media, tra cui ovviamente Facebook.
Zuckerberg ha intesificato gli sforzi Come andrà a finire questa volta?
Da alcuni giorni, Facebook sta mostrando un box estratto da Wikipedia all’interno delle sue ricerche da desktop, similare al knowledge graph di Google.
Un box che contiene le informazioni salienti sul personaggio (in lingua inglese) tratte da Wikipedia, il link al profilo Instagram ufficiale e alcuni risultati correlati che rimandano sempre alla ricerca interna al social blu.
Facebook non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma anch’io vedo la funzione già attiva.
Ancora una volta, la mossa del gigante blu “mangia-tutto” punta ad esaurire l’esperienza utente all’interno del suo network – così come fa il fratello Google -, ponendosi sempre più come riferimento per l’informazione, come dimostra anche la riapertura della sezione News negli USA.
Dopo aver vietato da marzo la pubblicazione e promozione delle mascherine su tutto il suo network, Menlo Park fa un parziale passo indietro, consentendo a persone e aziende di promuovere e commercializzare mascherine di tipologia non medica, comprese quelle fatte in casa o fatte a mano, nei post organici e nelle inserzioni su Facebook e Instagram.
Come vengono definite le mascherine “non mediche”?
Appartengono a questa categoria le mascherine fatte a mano, riutilizzabili, in tessuto o realizzate con materiali non convenzionali rimodellati (ad esempio neoprene, mute, pantaloncini da bagno, ecc.). Via libera, insomma, anche alla nuova tendenza fashion delle mascherine personalizzate in tessuto.
Rimangono off-limis le mascherine chirurgiche, o comunque commercializzate con indicazioni mediche, sanitarie o di prevenzione.
Gli inserzionisti devono avere uno storico di almeno 4 mesi per creare inserzioni sulle mascherine “consentite”.
A mio modo di vedere, una mossa giusta e sensata. Il divieto serve ad evitare che le aziende sfruttino la pandemia a scopo di lucro, ma diventando la mascherina in tessuto un oggetto/capo di abbigliamento di uso comune (ahinoi), acquistabile a prezzi di mercato, non ha senso vietarne la promozione.
Vedremo come si comporterà ora Google Ads, dove il divieto è tuttora in atto.
Sulla falsariga di Messenger, Facebook introduce anche nel suo strumento professionale le Stanze (Rooms) che possono ospitare video chat private fino a 50 persone.
Workplace lancia anche Live Producer, un nuovo modo di programmare video dal vivo, condividere il tuo schermo e utilizzare la funzione Q&A live per permettere alle persone di fare domande e di votare con una miglior qualità di streaming, controllo e interattività.
È possibile attivare i sottotitoli automatici per le dirette “lavorative” in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo.
E con Oculus for Business, Facebook porta la realtà virtuale all’interno di Workplace, rendendola disponibile a tutte le aziende.
Oculus viene sfruttato per la formazione professionale immersiva e gli incontri virtuali.
Ad esempio, gli addetti alle vendite di Nestle Purina utilizzano la VR per visualizzare gli espositori al dettaglio e riunire i team di vendita, riducendo al contempo i viaggi. Il Johnson & Johnson Institute sta formando chirurghi con Oculus, aiutando a migliorare i risultati dei pazienti.
Consulente di Web Marketing e Ecommerce, Esperto Facebook Ads e Google Ads con un passato da Giornalista Pubblicista. Public speaker e docente presso Università e Master. Autore del libro “Facebook Ads in pratica”.