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Durante il Google Performance Summit 2016, BigG ha annunciato una profonda riprogettazione di AdWords. Dopo la scomparsa degli annunci sulla sidebar destra, altri cambiamenti radicali, storici, sono alle porte. Dal prossimo Luglio assisteremo al major update di questi 15 anni di vita di AdWords.
Cosa cambierà per gli inserzionisti e consulenti PPC?
In questo Articolo:
A inizio 2016, abbiamo assistito alla prima grande rivoluzione: Google ha eliminato gli annunci sul lato destro dei dispositivi desktop.
L’obiettivo dichiarato? Migliorare e uniformare l’esperienza di ricerca degli utenti, piazzando gli annunci a pagamento solamente in alto e in fondo alla Serp come già avveniva su Mobile.
La seconda (e meno sponsorizzata) motivazione è quella di avere 4 annunci in premium position, al primo scroll, con la possibilità di aver così un CTR più alto con tutte le conseguenze del caso. La barra destra viene invece dedicata agli annunci Shopping o al Knowledge Graph quando presente.
Questo primo update ha consentito a BigG di introdurre i più grandi cambiamenti mai fatti su AdWords dalla sua nascita.
I nuovi annunci saranno caratterizzati da 2 righe da 30 caratteri per il titolo: la headline raddoppia, passando da 25 a 60 caratteri. La descrizione viene compressa in un’unica riga da 80 caratteri, contro i 70 complessivi di prima (35+35). Il dominio nella URL di visualizzazione verrà importato automaticamente dall’URL finale, per una maggior accuratezza. Il percorso dopo lo slash rimarrà invece personalizzabile.
Secondo i primi test, alcuni inserzionisti hanno ottenuto un aumento nel clickthrough rate fino al 20% rispetto agli annunci di testo precedenti. L’upgrade sarà disponibile da Luglio 2016.
Fino ad oggi era possibile soltanto aggiustare le offerte – incrementando o calando il CPC – per i dispositivi Mobile.
Ora verranno proposti aggiustamenti di offerte per ogni singolo device: ogni parola chiave potrà essere legata a un’offerta potenziata a seconda del dispositivo (desktop, tablet, mobile).
Si, certamente perchè arrivano gli annunci responsive che si adattano ai diversi contenuti di oltre due milioni di siti e app dei publisher che fanno parte del Google Display Network (GDN). Inoltre, sarà integrato l’utilizzo di una nuova inventory nativa, che permetterà di creare annunci che si adattano all’aspetto dei contenuti visualizzati dagli utenti in quel momento sul tuo sito web. Basterà fornire il titolo, la descrizione, l’immagine e l’URL del tuo sito, e ogni volta Google ricostruirà automaticamente gli annunci responsive.
In sintesi, la creazione degli annunci Display diventa più semplice e accessibile a tutti, anche agli utenti meno esperti o abili nel web design. Indubbiamente Google cerca così di recuperare terreno su Facebook, dove la creazione degli Ads è molto più semplice per l’utente medio.
L’introduzione della nuova cross-exchange inventory permetterà inoltre l’individuazione del target in maniera più precisa e dettagliata, incrociando interessi, argomenti e dati demografici della rete display, con nuovi dati, come l’inclinazione all’acquisto, fondamentale per aumentare le conversioni soprattutto per le campagne di remarketing.
Altra importante novità è l’estensione delle campagne di remarketing su GDN grazie a inventory cross-exchange che permetterà di avere a disposizione un numero nettamente maggiore di siti e app in tutto il mondo e individuare un pubblico ben definito.
Tra le novità in arrivo, per evitare discrepanze tra i dati, Google Analytics 360 Suite riunirà in un’unica interfaccia 6 diversi prodotti: Analytics 360, Tag Manager 360, Optimize 360, Audience Center 360, Data Studio 360, Attribution 360. Tra gli obiettivi è emerso anche quello di un’integrazione tra AdWords e Double Click.
Gli inserzionisti che usano le estensioni di località potranno mostrare in evidenza il luogo della loro attività quando i consumatori cercano prodotti e servizi in zona come “negozio di scarpe” oppure “meccanico nelle vicinanze”.
Gli annunci sono visibili già ora su Google Maps.
Da luglio gli annunci saranno “reattivi”: quando l’inserzionista sceglierà titolo, descrizione, immagine e landing page, Google declinerà l’annuncio per ogni tipo di device, per rendere la ricerca sempre più facile e intuitiva.
L’upgrade rappresenta forse una delle maggiori evoluzioni di sempre per il servizio AdWords e promette di cambiare significativamente la gestione delle campagne, non solo a livello operativo e di piattaforma, ma anche e soprattutto a livello strategico e comunicativo.
Un cambiamento logico, nato dall’esigenza di aiutare maggiormente gli inserzionisti a raggiungere i propri consumatori in un mondo ormai dominato dal Mobile: “I consumatori trascorrono le giornate online rendendo sempre meno netto il confine tra online e offline – si legge direttamente sul Blog Ufficiale Adwords – Il passaggio al mobile non è più un trend per il futuro: ormai è realtà. Ogni anno su Google si contano mille miliardi di ricerche, di cui oltre la metà viene effettuata su dispositivi mobili. Inoltre, abbiamo riscontrato che oltre la metà di tutto il traffico sui milioni di siti web che oggi utilizzano Google Analytics ora proviene da smartphone e tablet“.
Brutta notizia invece per tutti i professionisti SEO. Il Keyword Planner, lo strumento con cui si possono visualizzare i volumi di ricerca mensili su Google di ogni parola chiave, è stato sensibilmente depotenziato.
In precedenza, infatti, lo strumento restituiva i volumi esatti di ogni parola chiave a corrispondenza esatta o a frase. Ricercando ad esempio “SEO” e “Search Engine Optimization”, comparivano i dati delle rispettive ricerche mensili. Ora, invece, trattandosi di due varianti di una stessa ricerca, il Keyword Planner mostra la SOMMA delle ricerche generate dalle due parole chiave.
SEO e Search Engine Optimization generano INSIEME 673.000 ricerche, ma non è più possibile visionare e valutare quante ne facciano ciascuna singolarmente.
Ora infatti, il Keyword Planner aggregherà i dati di:
Il Keyword Planner perde in questo modo tutta la sua efficacia dal punto di vista SEO. Non è più possibile fare valutazioni corrette sui volumi di ricerca, tantomeno stime su quelli che potranno essere i clic ricevuti dalle keywords “comprate” su AdWords e relativa spesa.
Un altro, l’ennesimo “colpo basso” alla SEO, dopo l’introduzione delle keywords “not provided” su Analytics e l’occupazione massiccia delle Serp con i primi 4 risultati a pagamento.
E tu, come valuti questi cambiamenti? Dove finirà la SEO e Google? Fammelo sapere nei commenti qui sotto!
Articolo in collaborazione con Daniele di Opera Web Agency
Consulente di Web Marketing e Ecommerce, Esperto Facebook Ads e Google Ads con un passato da Giornalista Pubblicista. Public speaker e docente presso Università e Master. Autore del libro “Facebook Ads in pratica”.